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TAZZINA PER L’ESPRESSO: NON è SOLO UN FATTO DI STILE.
24 Marzo 2016

TAZZINA PER L’ESPRESSO: NON è SOLO UN FATTO DI STILE.

Tazzina per l’espresso: non è solo un fatto di stile.
Abbiamo fatto un test: una miscela di qualità estratta in espresso e servita in tazza di porcellana, in bicchiere di plastica e in uno di carta. Come cambia il profilo?

Che le macchine vending servano il caffè in un bicchiere di plastica più o meno grande passi, tanto cercheremo di farne il minor uso possibile, vista la frequenza con la quale si fanno cattivi incontri. Ma che fior fiore di aziende – e persino guru del caffè – usino contenitori volgari proprio non ci va giù. Soffriamo sulle Frecce di Trenitalia quando non riusciamo a convincere l’addetto alla ristorazione a servirci l’espresso in una delle quattro tazzine di ceramica che tiene sulla macchina per belvedere, e arriviamo persino a promettere di lavarle personalmente in bagno dopo l’uso pur di potervi sorseggiare il caffè. Ma soffriamo ancora di più quando assistiamo a eventi in cui una grande firma si presenta con un’ottima miscela accompagnata da eleganti
brochure aziendali, per poi offrire un caffè “alla plastica”, con la sola scusa che non ha la
possibilità di lavare le tazzine. Vi è forse mai successo di vedere un produttore di vino servirvi un grand cru in un bicchiere di plastica usa e getta? Il problema principale è che riguardo al caffè, tutto sommato, mancano ancora la coscienza sensoriale e il rispetto profondo per il prodotto. Questa non è solo una questione di stile: l’attrezzo utilizzato per il servizio cambia proprio il profilo sensoriale della bevanda.

Qualche consiglio per efficientisti e raffinati
Se andate nello spazio non potete bere il caffè in una tazzina dello Iiac, perché potreste avere qualche problema dovuto all’assenza di gravità. Ci spiace, ma dovrete rinunciare alla nostra tazza normalizzata a favore di quella alare, purtroppo di plastica, usata da Samantha Cristoforetti.
Per contro se date un ricevimento con molte teste coronate non potrete fare a meno di procurarvi la tazzina in platino realizzata da Costadoro in occasione della celebrazione dei 125 anni dalla nascita della torrefazione.
Tranquilli: il corpo è quello normalizzato da Iiac, ma un piccolo problema potrebbe nascere non tanto dal prezzo (se date ricevimenti per persone dal sangue blu non dovreste averne), quanto dal fatto che è stata prodotta in edizione limitata di 125 esemplari.
Invece per ricevimenti in cui è prevista un’alta percentuale di mancini, per non mettere in imbarazzo alcuno, potreste utilizzare la tazzina con il doppio manico fatta costruire qualche anno fa da Guarany.
Infine, se siete appassionati di monorigini, magari estratte con sistemi alchemici o elettronici d’avanguardia, non fatevi mancare la collezione di tazzine Luigi Bormioli: leggere come farfalle, trasparenti come il cristallo, con tanto di intercapedine per mantenere il caffè in temperatura.

ASSAGGIO 53 - Primavera 2016